La vicenda di Piramo e Tisbe, nell’interpretazione dell’artista, vede i due giovani amanti in piedi, l’uno di fronte all’altra, scambiarsi effusioni tramite una crepa nel muro che divide le loro stanze contigue.
La storia del loro amore, ostacolato dalle rispettive famiglie, ha ispirato la nota tragedia “Romeo e Giulietta” di Shakespeare. La simmetrica composizione sfrutta e sottolinea le peculiarità della facciata oggetto dell’intervento: i personaggi principali sono inseriti in un ambiente misto tra uno stilizzato interno abitativo, sovrastato da un lungo pugnale che funge quasi da elemento architettonico, e un esterno ricco di vegetazione. Il mito eziologico del gelso che, da neutro che era, si accende di vivido rosso per il contatto con il sangue degli sfortunati suicidi, trova completezza esplicativa nell’elemento del velo insanguinato nella bocca del leone. L’animale è raffigurato in un’ideale sequenza perché, presente in due fasi del racconto, è causa dell’equivoco per il quale Tisbe e Piramo, l’una dopo l’altro, cadono trafitti dalla loro stessa spada.